A Chartres,
parecchi luoghi di culto di epoche diverse meritano l’attenzione,
dalla critta di Saint-Martin-au-Val, dell’alto medioevo, fino alla
chiesa di Saint-Jean-Baptiste di Rechèvres costruita dopo la seconda
guerra mondiale. La chiesa di S. Pietro (Saint-Père-en Vallée fino
alla Rivoluzione di 1789), è l’edficio più notevole per la sua
architettura e le sue vetrate.
Quest’
abbazia benedittina, che aveva beneficiato della generosità di Santa
Bathilde, la sposa del re Clovis II, nel VII secolo, venne rovinata
dai Normanni, poi dai incendi, particolarmente quello del 1134, il quale
distrusse la città. Dopo il campanile in forma di torrione,
probabilmente del X secolo, venne costruito il nuovo coro verso il 1150.
In quei tempi, fu scoperta la tomba del diacono Gilduin, vescovo
nominato di Dol, che morì nell’abbazia dopo essere tornato da Roma,
dove era andato a rinunciare alla sua carica nelle proprie mani del
sommo pontefice. Il pellegrinaggio che nacque sulla sua tomba facilitò
notevolmente la continuazione dei lavori.
Poco prima l’inizio
del XIII secolo, venne costruito il lato Nord della navata, poi, nel
percorso dello stesso secolo, il lato Sud, il quale presenta una grande
somiglianza con l’architettura della cattedrale; durante il regno di
Saint Louis vennero costruite le parti alte del coro, bellissimo pezzo
di architettura raggiante.
L’insieme
delle vetrate è del XIV secolo, il programma è molto coerente: vita di
S. Giovanni Battista e gli apostoli a Nord, poi gli altri santi: monachi,
vescovi e papi a Sud. Nel triforio traforato furono collocate, nel
ottocento, vetrate del XVI secolo, provenienti dalla chiesa parrocchiale
vicina di Saint-Hilaire, distrutta durante la Rivoluzione; alcune
sarebbero attribuite a Robert Vinaigrier.
Dal XVI secolo,
nella chiesa di Saint-Pierre, poche cose sono rimaste: una statua di S.
Paolo di François Marchand, che lavorò alle tombe regali di
Saint-Denis, è conservata al Museo Comunale.
Tra i vescovi
di Chartres seppelliti in questa chiesa, adesso parrochiale, di
Saint-Pierre, bisogna segnalare Fulbert (morto nel 1028), e Raoul
Harscouët (morto nel 1954).